Il CdA di Iren, multiservizi quotata su Euronext Milan, ha approvato l'aggiornamento del piano industriale al 2030, che prevede investimenti tecnici lordi per 6,4 miliardi di euro, di cui il 40% relativi ad investimenti di sviluppo ed il 60% di mantenimento. Tali investimenti includono, per il 23% sul complessivo, interventi di mantenimento dei business regolati a rete (RAB) relativi al ciclo idrico integrato, rete elettrica e rete gas. La visibilità dei ritorni è basata sull'elevata percentuale di investimenti sui business regolati, pari all'80% del totale. Infine, il 70% degli investimenti pari a 4,3 miliardi di euro è destinata a progetti sostenibili allineati alla Tassonomia europea, in particolar modo il 33% è destinata alla gestione sostenibile della risorsa idrica, il 28% a supportare la trasformazione a città resilienti, il 26% alla decarbonizzazione e il 13% all'economia circolare.
"Il piano è caratterizzato da una distribuzione equilibrata degli investimenti negli anni, da un basso rischio di esecuzione, da un'alta prevedibilità dei risultati e da elevati investimenti in progetti/attività sostenibili", si legge nella nota della società.
I progetti, orientati allo sviluppo organico, unitamente ad un piano di efficienze, consentiranno il raggiungimento nel 2030 di un EBITDA pari a circa 1,6 miliardi di euro (+330 milioni rispetto al 2024) e un utile netto di circa 400 milioni di euro (on un CAGR del +7%). La posizione finanziaria netta è attesa in incremento di 800 milioni di euro rispetto al 2024 per effetto degli investimenti relativi al piano di sviluppo del Gruppo e alla distribuzione dei dividendi. Si segnala che tra le fonti di finanziamento previste a Piano non sono state incluse dismissioni di attività.
Il profilo finanziario è previsto bilanciato in termini di IFN/Ebitda ratio che è atteso in calo nell'orizzonte di piano, garantendo al Gruppo un'ampia area di flessibilità finanziaria rispetto alla soglia massima pari al 3,5x, stabilita in coerenza con gli attuali giudizi di rating e sostenuta dall'incremento dell'incidenza delle attività cosiddette regolate che a fine piano sono previste pari al 75%. Il costo medio del debito, pari a 2,2% nel 2024 è previsto, come nel precedente piano, inferiore al 2,9% nel 2030. Inoltre, l'80% del debito nel 2030 sarà composto da strumenti di finanza sostenibile.
La nuova dividend policy, che prevede un dividendo in crescita del +8% sino al 2027 e del +6% dal 2028 al 2030, riflette la solidità della posizione finanziaria del Gruppo e la fiducia nelle prospettive di crescita dei risultati economici, assicurando al contempo una remunerazione stabile e prevedibile per gli azionisti.
"L'approvazione del nuovo Piano Industriale segna l'avvio di una fase di trasformazione mirata che modificherà il nostro modello di business rendendolo ancora più efficiente, più focalizzato e maggiormente orientato alla creazione di valore - dichiara l'AD Gianluca Bufo - In particolare, tramite il piano di investimenti da 6,4 miliardi di euro, rafforzeremo le attività che esprimono il maggior potenziale di crescita e che garantiscono stabilità e visibilità nel medio-lungo periodo, come i servizi a rete e i termovalorizzatori. A ciò si affianca un piano di sinergie chiaro, definito e pienamente attuabile, che ci consentirà di recuperare redditività e di semplificare ulteriormente la struttura operativa del Gruppo. La solidità dei driver industriali e la qualità delle iniziative avviate ci permettono di confermare una crescita concreta e misurabile con un cagr dell'Ebitda del 4% e dell'Utile netto del 7%".