Il settore manifatturiero dell'area dell'euro ha registrato ad inizio del terzo trimestre una stabilizzazione generale delle condizioni operative. Anche se è stata la più debole da marzo, la crescita della produzione è stata elevata, mentre i nuovi ordini hanno registrato una nuova, sebbene marginale, contrazione a fronte di un peggioramento della domanda delle esportazioni (incluso il traffico intra-eurozona). La riduzione dei posti di lavoro nelle aziende manifatturiere italiane si è positivamente ridotta al livello minimo in quasi due anni.
Osservando i prezzi, sia quelli di acquisto che di vendita sono rimasti invariati. Le aspettative di crescita per il prossimo anno sono diminuite leggermente, ma con previsioni rimaste lievemente al di sopra della media a lungo termine. L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona di luglio, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, è salito al livello massimo di tre anni di 49,8 punti da 49,5 a giugno. L'ultimo valore, che si attesta appena al di sotto della soglia di 50.0, indica una quasi stabilizzazione delle condizioni operative in tutto il settore manifatturiero dell'eurozona.
Tra i paesi dell'area dell'euro per i quali sono disponibili dati PMI manifatturieri, l'Irlanda ha registrato a luglio le prestazioni migliori, con una espansione più lenta ma rimasta complessivamente solida. Allo stesso tempo, è stata riportata una ripresa di vigore sia nei Paesi Bassi che in Spagna, con espansioni più rapide rispettivamente in 14 e sette mesi. La Grecia ha proseguito a luglio la sua tendenza di crescita, che estende l'attuale sequenza a due anni e mezzo. Negli altri paesi, i dati del PMI manifatturiero sono in crescita, ma rimasti al di sotto della soglia cruciale di 50.0 e segnalando un peggioramento mensile elevato ma più lento. Sia la Germania che la Francia hanno registrato lievi aumenti da giugno del PMI principale, con la prima che ha raggiunto il livello più alto in quasi tre anni. Il settore manifatturiero della Francia e quello dell'Austria hanno invece riportato ad inizio del terzo trimestre le prestazioni peggiori.
L'eurozona nel suo insieme ha osservato a luglio un aumento dei livelli di produzione manifatturiera, segnando cinque espansioni mensili consecutive. L'espansione è tuttavia leggermente rallentata da giugno, ed è stata la più debole da marzo. Ad influire negativamente sulla produzione è stato un nuovo calo delle nuove attività. Il peggioramento della domanda è stato lieve, anche se il più rapido degli ultimi quattro mesi. Secondo gli ultimi dati dell’indagine, le vendite estere, in calo dopo la stabilizzazione del mese scorso, hanno frenato il volume dei nuovi ordini totali ordini.
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: "Il settore manifatturiero nell'eurozona sta riprendendo un misurato vigore, principalmente con le economie minori che offrono motivi di ottimismo. I PMI di Spagna e Paesi Bassi hanno mostrato una crescita economica più rapida, e Irlanda e Grecia rimangono in territorio di espansione. Nelle tre maggiori economie, oltre che in Austria, il PMI segnala che la recessione industriale si è notevolmente ridotta, ampliando di conseguenza la portata della ripresa. Con il nuovo quadro commerciale concordato tra l'UE e gli Stati Uniti, l'incertezza dovrebbe diminuire con i dati che indicano una continua tendenza al rialzo nei prossimi mesi. La catena di approvvigionamento rimane relativamente sotto pressione, con i tempi di consegna in allungamento. Data la fragilità della ripresa, non è la domanda di beni a far sì che i clienti attendano più a lungo le loro merci. In tal senso, la volatilità delle politiche tariffarie statunitensi e l'incertezza derivante dalle tensioni geopolitiche potrebbero svolgere un ruolo chiave. Prevediamo che le aziende continueranno ad affrontare improvvise interruzioni della catena di approvvigionamento per il prossimo futuro".