Il mercato del lavoro USA mostra segnali di indebolimento, subendo le ripercussioni di una spesa dei consumatori più modesta e dei dazi imposti da Trump, che impattano sui margini delle imprese, convincendole a mettere a punto misure per l'efficienza, inclusi tagli alla forza lavoro. Una fotografia che coincide con quanto emerso dal Beige Book della Fed, pubblicato ieri sera, che conferma un aumento delle persone in cerca di un lavoro. S i rafforzano così le scommesse di un taglio dei tassi al prossimo meeting del FOMC il 16-17 settembre, mentre si attendono anche i numeri del Job Report in uscita venerdì.
I numeri dei posti vacanti
Il Dipartimento del Lavoro statunitense ha pubblicato ieri il rapporto sulle aperture di posti di lavoro (JOLTS), da cui è emerso che i posti vacanti sono scesi di 176mila unità a luglio, attestandosi a 7,18 milioni, ben al di sotto delle attese che indicavano un aumento a 7,38 milioni. Si tratta del minimo degli ultimi dodici mesi (settembre 2024). Solo negli ultimi due mesi, le offerte di lavoro sono diminuite di oltre 300.000 unità, a conferma dell'indebolimento registrato nel corso dell'estate.
Il numero dei licenziamenti è rimasto relativamente contenuto, anche se per la prima volta dalla pandemia si sono registrati più disoccupati che posti disponibili. Anche le persone che hanno rassegnato le dimissioni e stanno cambiando lavoro risultano pressoché stabili.
Beige Book conferma peggioramento mercato lavoro
Anche il Beige Book della Fed, pubblicato ieri sera, ha confermato un rallentamento del mercato del lavoro, segnalando che ben sette distretti hanno rilevato che le aziende sono riluttanti ad assumere lavoratori a causa della domanda più debole o dell'incertezza (sui dazi). Nonostante ciò, undici distretti hanno segnalato una "variazione netta minima o nulla" dei livelli occupazionali complessivi, mentre un distretto ha parlato di "un modesto calo" del numero di occupati.
Due distretti hanno segnalato un aumento dei licenziamenti, mentre altri distretti hanno segnalato una riduzione dell'organico a causa dell'abbandono del personale, incoraggiato, a volte, dalle politiche di rientro in ufficio.
Più in generale, la maggior parte dei distretti ha menzionato un aumento del numero di persone in cerca di lavoro. Tuttavia, metà dei distretti ha osservato una riduzione della disponibilità di manodopera immigrata con impatti soprattutto sul settore edile.
Metà dei distretti ha descritto una modesta crescita dei salari, dato che dovrebbe favorire un contenimento dell'inflazione, e la maggior parte degli altri distretti ha segnalato una crescita moderata. Due distretti hanno notato una variazione minima o nulla nei salari.
I numeri su licenziamenti e disoccupazione e il Job Report
Si attendono ora i dati sui licenziamenti e sulla disoccupazione, che precederanno i numeri del Job Report di venerdì. Il dato di Challenger sui licenziamenti ha segnalato a luglio un aumento ad oltre 62mila unità, rispetto alle circa 48mila di giugno, ma risulta più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2024.
Quanto alle richieste settimanali di sussidio alla disoccupazione, si attendono circa 230mila unità, pressoché stabili rispetto alle 229 mila della settimana precedente.
Il report di ADP sull'occupazione nel settore privato, che precede di un giorno i dati ufficiali del Dipartimento del Lavoro, dovrebbero evidenziare un aumento di 73mila unità, più modesto rispetto alle 104 mila del mese di luglio.
Il Job Report invece dovrebbe segnalare un aumento degli occupati del settore non agricolo di 74mila unità, poco variati rispetto alle 73mila del mese di luglio. L'aumento dell'occupazione è stato in media di 35.000 posti di lavoro al mese negli ultimi tre mesi, rispetto ai 123.000 registrati nello stesso periodo del 2024. Si prevede anche che il tasso di disoccupazione salirà al 4,3% dal 4,2% di luglio.
Taglio tassi Fed ormai scontato
Con questi numeri, un taglio dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve è pressoché scontato. Il presidente Jerome Powell, ni occasione del simposio di Jackson Hole, aveva dato un segnale importante di inversione della politica monetaria, aprendo ad un taglio di 25 punti base a settembre e forse un altro entro la fine dell'anno.
A due settimane dal meeting del FOMC di metà settembre, i future sui Fedwatch segnalano senza ombra di dubbio un taglio di un quarto di punto, indicando con una probabilità del 97,6% una riduzione dei tassi al 4-4,25% dal 4,25-4,50% attuale.
Secondo gli esperti di Generali Investments, "il mercato ha ormai quasi completamente scontato un taglio dei tassi nella riunione di settembre", essendo i tassi USA già scesi la scorsa settimana di 10 punti al 4,2%. "Un secondo taglio - si afferma - è previsto per dicembre. Manteniamo una posizione neutrale sui tassi statunitensi, con una preferenza per una pendenza della curva in aumento; tuttavia, se i dati sul mercato del lavoro dovessero discostarsi significativamente dalle aspettative, i tassi negli Stati Uniti potrebbero muoversi al di fuori dell’intervallo osservato nelle ultime settimane".