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Teleborsa

Blackout Spagna, il report europeo: "Inerzia sufficiente nonostante poca energia nucleare, ma la rete è squilibrata"

articolo pubblicato il 4 settembre 2025 - 11.50 in Energia
L’inerzia del sistema elettrico della penisola iberica era entro i parametri di sicurezza il giorno del grande blackout del 28 aprile, nonostante una bassa capacità nucleare e una distribuzione territoriale della generazione fortemente squilibrata. Tuttavia, la causa scatenante resta un mistero: una singola centrale elettrica ha innescato un’oscillazione che ha fatto tremare l’intera rete, mentre la perdita di migliaia di megawatt da impianti rinnovabili, inclusi quelli non monitorati dell’autoconsumo, ha dato il colpo di grazia.

Queste le prime, parziali conclusioni - scrive l'agenzia Energia Oltre - che emergono dall’ultimo aggiornamento del rapporto di Entso-e, la rete europea dei gestori delle reti elettriche, che sta indagando sulle cause del grave blackout. Il rapporto finale è atteso per il 3 ottobre, ma le anticipazioni chiariscono alcuni punti, lasciandone aperti molti altri.

INERZIA SALVA, MA IL CALCOLO È IMPRECISO
Una delle principali novità è che, secondo le stime, l’inerzia del sistema quel giorno era sufficiente a garantirne la stabilità, con valori sempre superiori alla soglia di sicurezza. Questo nonostante la scarsa presenza di generazione convenzionale (nucleare, cicli combinati) in grado di fornire stabilità.

Tuttavia, lo stesso Entso-e ammette che il calcolo dell’inerzia è "influenzato da una notevole incertezza" a causa di diverse variabili complesse, e per questo viene espresso come un intervallo e non come un valore singolo.

UNA RETE SQUILIBRATA: IL SUD-OVEST PRODUCE, IL RESTO CONSUMA
Un altro elemento chiave evidenziato dal rapporto è il profondo squilibrio territoriale della rete spagnola. Una mappa mostra come la stragrande maggioranza della produzione (19.350 MW) fosse concentrata nel sud-ovest, una zona che ne consumava solo 8.260 MW. Questa area, alimentata per oltre 15.000 MW da fotovoltaico ed eolico a fronte di soli 1.760 MW di generazione convenzionale, era costretta a "spingere" elettricità verso il centro-nord e l’est del paese.
È proprio in questa zona così sbilanciata che si sono verificate le disconnessioni che hanno portato al collasso del sistema.

OSCILLAZIONI FATALI E IL MISTERO DELLA CENTRALE "UNTORE"
Il rapporto conferma che si sono verificate due ondate di oscillazioni. La prima, tra le 12:03 e le 12:07, è stata un’oscillazione "forzata locale", con una frequenza di 0,64 Hz, che ha interessato principalmente Spagna e Portogallo. In altre parole, una singola centrale elettrica, ancora non identificata, ha innescato una reazione a catena. "Sembra incredibile", commenta l’articolo, "che ciò sia potuto accadere quando il sistema è progettato per resistere all’interruzione della sua unità più potente, una centrale nucleare da 1.000 MW".

La seconda oscillazione, avvenuta tra le 12:19 e le 12:22, è stata un’oscillazione "interarea" che ha coinvolto l’intera rete continentale, mitigata da misure di emergenza che hanno ridotto i flussi di energia tra Spagna e Francia.

IL RUOLO CRITICO DELL’AUTOCONSUMO E LA PERDITA DI PRODUZIONE
Il gruppo di esperti punta il dito contro la perdita di oltre 500 MW da numerosi impianti eolici e solari collegati alle reti di distribuzione, un evento che ha causato una pericolosa variazione di tensione. "La causa di queste interruzioni è sconosciuta a causa della limitata osservabilità a livello di media/bassa tensione", si legge nel report.

In particolare, Entso-e evidenzia come l’autoconsumo, che in Spagna raggiunge quasi 9 GW, abbia "destabilizzato la rete" subendo forti interruzioni a cui l’operatore Red Eléctrica non ha accesso. Questo spiegherebbe gli inspiegabili e improvvisi aumenti della domanda registrati sulla rete, che in realtà corrispondevano a perdite di produzione da piccoli impianti non monitorati.

LA CASCATA FINALE: 2.200 MW PERSI IN UN ISTANTE
Il colpo di grazia è arrivato con la perdita improvvisa di 2.200 MW di produzione in tre eventi quasi simultanei, le cui cause sono ancora sotto inchiesta:

Granada: Disconnessione di un trasformatore che collegava 355 MW di impianti fotovoltaici, eolici e solari termici.
Badajoz: Interruzione di due sottostazioni da 400 kV, con una perdita di 725 MW.
Aree Varie: Interruzioni multiple di parchi eolici e fotovoltaici in diverse province (Segovia, Huelva, Siviglia, Cáceres), per un totale di oltre 1.100 MW.

Questa massiccia perdita di generazione ha causato un picco di tensione e un calo di frequenza che hanno innescato la cascata finale, portando il sistema a "energia zero". In sintesi, gli esperti stanno delineando un quadro multifattoriale, ma le cause esatte dei guasti iniziali restano un mistero che il rapporto finale del 3 ottobre dovrà, si spera, chiarire.

(Foto: Fre Sonneveld on Unsplash)

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