E' di nuovo record per l'Oro che corre spedito verso i 4.100 dollari l'oncia, una notizia non più sensazionale del momento che il metallo prezioso continua ripetutamente ad aggiornare i suoi massimi di tutti i tempi. Più sorpresa desta l'argento, che è volato anch'esso su massimi pluriennali in prossimità dei 52 dollari l'oncia. Non da meno gli altri metalli prezioso come il platino ed il palladio.
I prezzi spot su nuovi picchi
Il prezzo spot dell'Oro sul mercato di New York ha raggiunto un massimo di 4.078,90 dollari l'oncia, per poi attestarsi a 4.068,10 dollari (+1,27%), consolidando una serie di otto guadagni consecutivi. Stesso movimento per l'Argento che scambia a 51,61 dollari l'oncia (+3,44%) rispetto ad un picco di 51,74 USD/oncia. In tensione anche gli altri metalli preziosi come il platino che scambia a 1.640 dollari l'oncia (+3%) ed il palladio che vale 1.440 dollari (+4,19%).
A sostenere l'ascesa dell'argento, spiega Bloomberg, hanno contribuito anche i timori di una mancanza di liquidità sul mercato londinese, che ha spinto i trader a a prenotare voli cargo per i lingotti d'argento, un mezzo di trasporto inconsueto per questo metallo e solitamente riservati all'oro, per sfruttare i ricchi premi offerti alla City. Qui, il metallo si è spinto vicino al record di di 52,50 dollari del lontano 1980.
Quanto al mercato future, il contratto sull'oro per consegna dicembre ha raggiunto 4.094,32 dollari l'oncia (+2,3%), su un massimo di 4.096 dollari, mentre lo stesso contratto sull'Argento si è spinto sino a 49,69 dollari l'oncia (+5,14%) su un massimo di 49,72 USD.
Un rally senza fine
I metalli preziosi hanno registrato un'impennata quest'anno, mettendo a segno rialzi fra il 50% e l'80%, al traino dell'oro, che ha guidato il rally grazie agli ampi acquisti delle banche centrali ed al forte aumento degli ETF. L'oro da inizio anno è salito del 54%, il palladio ha messo a segno un progressi del 64% e l'argento del 69%. Il rialzo più consistente è comunque quello del platino che ha fatto segnare sino ad oggi un +83%.
Dazi, geopoltica, tassi: un mix esplosivo
A sostenere l'andamento dei preziosi hanno contribuito ovviamente una serie di fattori che creano incertezza, come le tensioni geopolitiche mai placate. Se il Medioriente sembra ormai pronto per una pace duratura, il fronte Ucraina resta un grande fattore di incertezza.
C'è poi la questione dazi, che si è riacutizzata dopo le minacce di Trump di portare i dazi verso la Cina al 100%, recapitate tramite i social venerdì sera, e la risposta seccata di Pechino, che domenica ha sollecitato Washington a porre fine alle minacce tariffarie, altrimenti "adotterà misure risolute corrispondenti".
C'è infine la politica dei tassi della Federal Reserve, che dopo un lungo periodo di stasi, si prepara ad annunciare il secondo taglio di 25 punti base dei tassi sui Fed Funds. Un elemento supportivo per l'oro assieme ai copiosi acquisti da parte delle banche centrali, che hanno gonfiato le loro riserve di oro.