Sale dell'1,7% a giugno il prezzo del gas per i clienti del 'servizio di tutela della vulnerabilità, regolato dall'Arera. Lo comunica l'Autorità spiegando che per il mese, che ha visto le quotazioni all'ingrosso in aumento rispetto a quelle registrate nel mese precedente, il prezzo della sola materia prima gas, per i clienti nel servizio di tutela della vulnerabilità, è pari a 39,14 euro a megawattora. A giugno, il prezzo di riferimento del gas per il cliente tipo è pari a 109,85 centesimi di euro per metro cubo (+1,7% su maggio).
L'Unione Nazionale Consumatori parla di "Rialzo inaccettabile. Per quanto minimo, questo aumento è la prova del nove, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che urge una seria riforma a livello europeo che impedisca di speculare allegramente sul gas, facendo salire il prezzo nonostante il crollo della domanda dovuto alla fine della stagione termica. Serve, però, che anche il Governo riduca le imposte sull'energia, altrimenti agli extraprofitti vergognosi consentiti a chi scommette sui rincari del gas, extraprofitti che questo Governo ha deciso di non tassare, si aggiunge pure il guadagno per le casse dell'erario che, grazie a queste speculazioni, incassa più soldi, in pieno conflitto di interessi e sulla pelle di famiglie e imprese" afferma Marco Vignola, vicepresidente dell'Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati di Arera.
Secondo lo studio dell'UNC, per il nuovo utente tipo che consuma 1100 metri cubi di gas, il +1,7% significa spendere 20 euro (20,35 centesimi) in più su base annua, anche se l'effetto reale è praticamente nullo visto che i caloriferi sono orami spenti in tutta Italia e il gas è utilizzato solo per la cottura cibi e produzione di acqua calda. La spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l'anno scorrevole, ma dal 1 giugno 2025 al 31 maggio 2026), nell'ipotesi di prezzi costanti, sale a 1208 euro che, sommati ai 622 euro della luce, determinano una stangata complessiva annua pari a 1830 euro.
Se il prezzo del gas sale oggi dell'1,7%, rispetto ai tempi pre-crisi del giugno 2021, in base alla nuova serie storica ricostruita secondo il nuovo cliente tipo, è oggi superiore del 49,2%, mentre rispetto al picco del giugno 2022 è inferiore di appena l'11,4%. La spesa nei prossimi 12 mesi, ipotizzando prezzi fissi, è meno cara di 2 euro rispetto a quella pagata nel 2024.