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Teleborsa

Gas, prezzo utenti domestici più caro che in UE con stop aiuti pubblici

articolo pubblicato il 17 giugno 2025 - 13.41 in Energia
Il 2024 ha visto una ripresa dei consumi mondiali di gas (+2,8%) che ha portato il valore a un nuovo picco storico, trainati soprattutto dai Paesi dell’area Asia Pacifico. Nell’Unione europea, dopo la flessione del 7% nel 2023, i consumi di gas hanno registrato un leggero aumento dello 0,5% (circa 332 miliardi di metri cubi ma lontani dai 412 miliardi del 2021). La variazione non è stata identica tutti i Paesi europei: all’aumento di Germania (+1,6%), Italia (+0,6%), Paesi Bassi (+1,3%), si contrappone una riduzione per Francia (-6,2%) e Spagna (-4,2%), dove maggiore è stato il peso sul mix elettrico di fonti alternative, rispettivamente nucleare (+12% su 2023) e rinnovabili (+11%). E' quanto emerge dalla relazione annuale di ARERA.

Sul fronte della produzione si registra un aumento dell'1,4% supportato, come negli anni precedenti, dalla crescita (+2%) del gas non convenzionale che rappresenta il 32% del totale. Anche in Europa la crescita si mantiene sugli stessi livelli grazie agli aumenti provenienti dalla Turchia (piena attività del giacimento Sakarya, +178%) e soprattutto dalla Norvegia (+8%) che hanno compensato il declino ormai strutturale di UK e Paesi Bassi. I volumi importati dai Paesi dell’Unione Europea sono risultati di circa 275 miliardi di metri cubi, in calo del 6% sul 2023 e del 18% sul 2022. Gli stoccaggi (media UE) hanno chiuso la stagione invernale 2024/2025 con riserve inferiori di circa 27 miliardi di metri cubi con un livello di riempimento del 34% rispetto al 59% della stagione precedente. Al momento gli stoccaggi italiani sono pieni al 62%.

Nel 2024 i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio pur rimanendo sensibili agli stimoli del contesto geopolitico internazionale. In Europa, la media annua dei prezzi spot al TTF olandese è stata di 34,4 euro/MWh, per un calo del 15% in confronto al 2023 e del 72% rispetto al 2022, mentre il PSV italiano ha segnato 36,7 euro/MWh, con diminuzioni percentuali anno su anno analoghe all’hub olandese. Lo spread medio annuo tra PSV e TTF è stato di 2,3 euro/MWh.


Italia: consumi tornano a crescere

Dopo due anni di intenso calo, la discesa dei consumi di gas naturale si è fermata evidenziando una lieve ripresa di 0,3 miliardi di metri cubi, riportando la domanda a 61,8 miliardi di metri cubi dai 61,5 del 2023. Al contrario, la produzione nazionale ha registrato un calo del 4,1% attestandosi poco sotto 2.600 milioni di metri cubi dai 2.705 dell’anno precedente. Scendono anche le importazioni nette, che passano da 59,2 a 58,8 miliardi di metri cubi (-0,7% rispetto al 2023) a causa della discesa delle importazioni lorde diminuite di 2,4 miliardi di metri cubi (-3,9% rispetto al 2023) solo parzialmente attutita dal quasi azzeramento delle esportazioni (-2 miliardi di metri cubi).

Il livello di dipendenza dall’estero è diminuito: nel 2024 il 95,2% del gas disponibile in Italia è arrivato dall’estero (era il 96,3% nel 2023). Il gruppo ENI controlla il 65% della produzione (62,4% del 2023).

Fine del servizio tutela

Il 2024 è stato caratterizzato, anche per il settore della vendita del gas, dalla fine del Servizio di tutela gas per i clienti domestici non vulnerabili che dal 1° gennaio 2024 sono transitati nel mercato libero. Il livello della concentrazione nel mercato della vendita finale, già storicamente basso, è risultato nuovamente in calo rispetto all’anno precedente: i primi tre gruppi controllano il 38,7%, mentre nel 2023 la quota era pari al 40,2%. Il gruppo Eni è risalito in seconda posizione con una quota del 12% (era terzo con una quota del 13,3% nel 2023) mentre è rimasto al primo posto gruppo Edison, la cui quota è salita al 15,5% dal 13,7% dell’anno precedente, seguito dal gruppo Enel che lo scorso anno aveva raggiunto la seconda posizione è passato al terzo posto con una quota dell’11,2% (13,1% nel 2023).

Nel 2024 la quota delle famiglie nel Servizio di tutela della vulnerabilità è risultata pari al 13% (nel 2023 la quota di famiglie nel "vecchio" servizio di tutela era pari al 27,9%). Nel 2023 la percentuale di switching è risultata complessivamente pari al 18,7% in termine di clienti e al 25,5% dei volumi: entrambi i valori mostrano un aumento rispetto al 2023. A livello geografico, il mercato libero ha raggiunto in tutte le regioni la quota largamente maggioritaria, con punte superiori al 90% in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna. Nel 2024, la percentuale di clienti domestici che ha sottoscritto nel mercato libero un contratto a prezzo fisso è diminuita in modo significativo rispetto all’anno precedente, passando dal 44% al 28,6%. I contratti a prezzo variabile si confermano più vantaggiosi per tutte le categorie di clienti — domestici, condomini e non domestici — rispetto a quelli a prezzo fisso. Il differenziale a favore dei contratti a prezzo variabile è particolarmente elevato per i clienti domestici (29,4 centesimi di euro/metro cubo). Il mercato libero resta più costoso rispetto a quello riservato ai clienti vulnerabili, con un prezzo finale medio pari a 114,9 eurocent/metro cubo contro i circa 100 eurocent/metro cubo.

L'andamento dei prezzi in Italia

Nel confronto internazionale con i principali Paesi dell’Area euro il prezzo medio del gas naturale (comprensivo di imposte e oneri) per i consumatori domestici in Italia ha registrato nel 2024 un aumento significativo (+15,1%) raggiungendo i 13,1 eurocent/kWh. Contrariamente a quanto accaduto nel 2023, i consumatori italiani hanno pagato tariffe superiori del 5,3% rispetto alla media dell’Area euro (-8,3% nel 2023).

L’aumento è imputabile a due fattori: la crescita dei costi di rete (passati da 2,6 eurocent/kWh nel 2023 a 3,0 eurocent/kWh nel 2024) e, soprattutto, quella della componente fiscale (passata da 0 a 3,2 eurocent/kWh). Nel 2024, infatti, sono esauriti gli effetti degli interventi governativi che avevano stabilito la riduzione dell’IVA al 5% e l’azzeramento temporaneo degli oneri di sistema che aveva, di fatto, annullato l’impatto di questi ultimi sul prezzo del gas.
Guardando ai differenziali riferiti alle classi di consumo: i prezzi applicati ai piccoli consumatori (classe D1 e D2) hanno registrato entrambi un aumento del 17% rispetto al 2023, mentre per i consumi più alti (D3 oltre 5.200 mcubi per anno) la variazione è stata del -5,4%.

Nel 2024 il prezzo medio pagato dai clienti non domestici italiani si è attestato a 6,75 eurocent/kWh, con un calo (-18%) superiore a quello registrato nell’Area euro (-13,5%). Le imprese italiane hanno quindi pagato un prezzo lordo (cioè comprensivo di oneri, imposte e tasse) più conveniente rispetto a quasi tutti i principali competitor europei (-9,8% rispetto alla Francia, -7,7% rispetto alla Germania) tranne che la Spagna (+38%). La riduzione del prezzo è dovuta interamente alla componente energia, pari a 4,4 eurocent/kWh (-32,7%) che incide per il 65% sul prezzo finale mentre le altre due componenti, cioè i costi di rete e gli oneri e imposte, che incidono entrambe per circa il 17% sul prezzo complessivo, hanno registrato un incremento sul 2023 rispettivamente del +0,9% e del +125%.

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