Il mese di settembre si caratterizza per un generale apprezzamento delle quotazioni osservate in Europa sui mercati energetici a pronti su livelli che rimangono comunque inferiori ai valori di un anno fa. Unica eccezione si rileva sui principali hub del gas, dove i prezzi tornano sui livelli registrati prima della modesta ripresa avvertita tra maggio e luglio. In leggera ripresa dopo la lieve flessione di luglio, la quotazione del greggio si attesta a 47 $/bbl (+3% mensile), risultando tuttavia in calo rispetto al livello toccato a settembre dello scorso anno, il più basso degli ultimi 10 anni (-2% annuo). Una dinamica simile si osserva anche per i combustibili derivati, quali il gasolio (408 $/MT) e l’olio combustibile (240 $/MT), anche questi in lieve aumento rispetto ai 2 mesi passati. Anche le aspettative per il medio periodo mostrano un leggero apprezzamento per questi tre prodotti, con quotazioni a termine per i mesi di ottobre e novembre che segnano aumenti da 1 a 5 punti percentuali, confermandosi su livelli solo di poco superiori ai rispettivi valori a pronti anche se progressivamente in crescita per scadenze più lontane. Si arresta la moderata ripresa del carbone registrata negli scorsi mesi, in virtù di un prezzo che si attesta a 61 $/MT sui mercati europei (+14% su agosto), valore che si conferma più basso di quelli sudafricano e cinese, quest’ultimo in netta crescita. In un rialzo compreso tra il 2-5% anche i prezzi a termine, che continuano ad indicare un premio di almeno di 3 $/MT per le scadenze di breve e medio termine. Si mantiene invece stabile il tasso di cambio USD/EUR, valutato 1,12 $/€ sia sui mercati a pronti, sia su quelli a termine per i successivi due mesi: in conseguenza di tale dinamica si mantengono sostanzialmente invariate anche le variazioni osservate sulle quotazioni dei combustibili convertiti in moneta europea. Le quotazioni del gas rimangono stabili per consegne in Italia (PSV 14,0 €/MWh), in lieve apprezzamento per consegne in Olanda (TTF 12,2 €/MWh, +2%) ed in calo per Austria (CEGH 13,2 €/MWh, -3%) e Gran Bretagna (NBP 11,2 €/MWh, -8%). Questi prezzi confermano un livello che, seppur in oscillazione negli ultimi mesi, si continua ad attestare ai minimi storici degli ultimi 10 anni. Anche le aspettative di medio e lungo periodo, che risultano in ribasso congiunturale su tutti i punti di consegna, confermano un livello medio inferiore a quello dello scorso anno, seppur indichino un apprezzamento strutturale di 2-4 €/MWh per i prossimi mesi invernali. Quanto ai mercati elettrici, si nota una stagionale significativa ripresa delle quotazioni a pronti in tutti paesi europei, ad eccezione della regione scandinava; in particolare si osserva un particolare apprezzamento in Francia (36 €/MWh, +24%), seguita dalle confi nanti Svizzera (35 €/MWh, +20%) e Italia (43 €/MWh, +15%). Ne consegue un calo dello spread ItaliaFrancia, che si attesta a +7 €/MWh, valore mensile più basso da inizio anno e di circa 4 €/MWh inferiore alla media del primo semestre dell’anno. Sull’onda rialzista anche le quotazioni per ottobre e novembre della Francia (+3/+7%), mentre rimangono sostanzialmente stabili le curve a termine degli altri paesi. In merito, infi ne, ai volumi di energia elettrica movimentati sui mercati a pronti, la borsa più capiente si conferma EPEX (28,6 TWh), riferimento per Francia, Germania e Svizzera, dove si segnala in particolare l’aumento su base annua delle quantità scambiate in Francia (8 TWh, +7%), in linea con le dinamiche osservate da inizio anno. In crescita rispetto al 2015 anche l’energia scambiata nei paesi dell’area scandinava e, soprattutto, in Italia, dove i volumi arrivano a sfi orare rispettivamente 27 TWh (+3%) e 17 TWh (+5%). H2OIL