"Nel 2025 è esploso il fenomeno data center e le strategie fatte negli ultimi cinque anni di riposizionamento sull'elettrificazione ci consentono di dire che siamo nel posto giusto al momento giusto. Siamo pronti ad alimentare il nuovo sviluppo di data center". Lo ha detto Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, in occasione della presentazione dell’aggiornamento del Piano Strategico al 2025.
"In Italia - ha spiegato l'Ad - abbiamo richieste di 55 Giga di data center; in Lombardia il 60% della domanda", con "280 megawatt di richieste connessioni nella sola provincia di Milano da gennaio a oggi", ha dettagliato il top manager che ha sottolineato come "grande richiesta" arrivi anche da Puglia e Sicilia. "Di questi 55 Giga pensiamo andranno a terra un range compreso tra 2,3 e 4,6 e l'energia termica che si può recuperare dai data center consente di raddoppiare l'energia per il teleriscaldamento ed è quindi una grande opportunità", ha aggiunto.
Sempre in tema di data center, "non ci proponiamo solo come energy partner ma anche direttamente come sviluppatori di data center, perchè l'enorme vantaggio dei data center è avere connessione diretta con nostri impianti", ha ricordato il manager.
Dei 23 miliardi di euro di investimenti complessivi previsti dal piano, 1,6 miliardi saranno destinati ai data center; business che dovrebbe generare 400 milioni di Ebitda.
Le importanti risorse messe a terra, ha sottolineato l'Ad, potranno essere destinate anche per l'espansione all'estero, per riportate il "footprint europeo" già immaginato nel 2021, prima che l'espansione in Europa fosse frenata dalla guerra in Ucraina. Espansione all'estero che potrà iniziare dalla crescita inorganica. "Ci muoveremo all’inizio con vari target" ha detto Mazzoncini. Interessanti per il business waste-to-energy sono Spagna, Portogallo e Regno Unito, mentre il business della generazione e le rinnovabili guarda a Germania e Polonia.
"Dei nostri 23 miliardi di investimenti previsti al 2035, 8 miliardi sono in Italia e altri 8 sono gia' autorizzati in Italia senza essere vincolati. Ne restano 7 che non hanno ancora un nome. Abbiamo quindi uno spazio di 15 miliardi che in una logica di background europeo possiamo decidere di investire in Italia o all'estero", spostando "il capex da una parte all'altra".
Sul fronte della retribuzione agli azionisti, è stata confermata la politica dei dividendi, con una crescita 4% annuo. Evidenziato il pay out ratio tra il 45 il 55%, che lascia spazio all'azienda per l'autofinanziamento delle iniziative.
Sul fronte della sostenibilità, è stato confermato il net zero al 2050.
In tema acquisizioni, alla domanda se Edison è una realtà interessante, Mazzoncini ha risposto affermativamente, aggiungendo che "se chiedete se verrà ceduta, la risposta è no, se chiedete se è una realtà interessante per A2A, la risposta è sempre no".
Infine, in merito alla reazione del mercato dopo l'uscita dei risultati e della presentazione del piano, Mazzoncini ritiene che ad oggi il titolo continui ad essere sottovalutato, "abbiamo degli upside interessanti e credo che gli investitori apprezzeranno", ha conccluso l'Ad precisando che "se prendiamo i multipli dei nostri peer, il titolo sarebbe ampiamente sopra i 3 euro. Sono convinto che questo ci verrà riconosciuto, molti investitori lavorano con gli algoritmi: siamo saliti del 30% negli ultimi due mesi", il che giustifica "prese di profitto" con "un saldo netto del 20%".